GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
CRISPIANO: GRANDE SUCCESSO PER <<TERRA E SANGUE>>, RAPPRESENTAZIONE TEATRALE DEL BRIGANTAGGIO PORTATA IN SCENA DALLA PRO LOCO
Uno spaccato di storia del Sud a ridosso dell’Unità d’Italia. Grande successo per “Terra e Sangue”, rappresentazione teatrale sul brigantaggio, portata in scena dalla Pro Loco di Crispiano. Due serate, che hanno visto avvicendarsi ben 55 tra attori e figuranti nella corte interna della Masseria del Duca. Uno scenario suggestivo, dunque, per raccontare la storia di Cosimo Mazzeo, leggendario brigante noto con lo pseudonimo di Pizzichicchio, che imperversò con la sua banda nelle campagne fra Gioia del Colle, Martina Franca, Taranto, Grottaglie, San Marzano, ma anche nel brindisino e nel leccese, scegliendo come quartier generale Crispiano.
Attraverso piccoli quadri, il pubblico ha conosciuto gioie, dolori, dilemmi, affetti ma anche crudeltà e violenza del brigante, interpretato da Leo Bello, perfettamente calato nella parte. Il tutto, corredato da scene della quotidianità nelle masserie, dove la vita scorreva in modo regolare, nonostante il malcontento per la presenza dei piemontesi, visti come usurpatori del legittimo potere dei Borboni, vagheggiati come l’unica autorità riconosciuta dai contadini e dai più umili. Sullo sfondo, l’intensa attività del Prefetto e dei carabinieri reali, concentrati nella caccia ai briganti e in particolare a Pizzichicchio, che, dopo anni di scorribande, viene individuato e catturato nella masseria Ruggeruddo, per essere poi sommariamente processato e fucilato. Movimentate e intense le scene delle incursioni dei briganti, che incutevano il terrore e che non risparmiavano nessuno. Il tutto, accompagnato dalla musica dal vivo di Emanuele De Vittorio, Rocco Padula, Tonino Palmisano e dalla voce di Giampiero Massafra.
Nessun attore professionista per una rappresentazione che, nonostante questo e le difficoltà di gestire così tanti personaggi, è risultata di impatto emotivo. Perché ciò che è stato messo in luce in questo lavoro sono stati proprio i sentimenti: di Pizzichicchio, disposto ad andare sino in fondo per non disattendere alla sua missione, dei suoi compagni, che vedevano in lui un leader carismatico, dei genitori dilaniati dalla preoccupazione per i propri figli costretti a vivere alla macchia, delle donne, che si accontentavano di incontri furtivi cin i propri mariti. Sullo sfondo, un’Italia ancora divisa, con un Sud martoriato e sofferente, ad aleggiare su tutto, “la malombra”, intepretata da Concetta Vitale, (anche autrice e regista del lavoro); simbolo della superstizione che caratterizzava il Meridione, ma anche della morte che incombe su tutti i personaggi e a cui nessuno può sottrarsi.
(Paola Guarnieri)